S. Natale 2020

Ritorniamo a sognare. Facciamo nostro il titolo dell’ultimo libro di papa Francesco in cui viene presentata una riflessione sulla pandemia e il periodo che stiamo vivendo. Ci piace l’immagine utilizzata nel libro relativa al mito greco di Teseo e Arianna: la ricerca di una via d’uscita, seguendo quel filo della creatività «che ci chiama fuori da noi stessi». Perché il «peggio» che può accaderci «è restare a guardarci allo specchio, intontiti da tanto girare attorno senza mai uscire dal labirinto». E per venire fuori c’è una sola strada: abbandonare la cultura “selfie” e andare incontro agli altri. Perché «sono gli altri, attorno a noi, che, come Arianna, ci aiutano a trovare vie di uscita, a dare il meglio di noi stessi». (cit. da pag. 52 – Ritorniamo a sognare).

Abbiamo vissuto la pandemia anche in comunità; il fortino sicuro ha vacillato, il nostro vivere in fraternità ci ha necessariamente imposto una riflessione, così come, a vari livelli, tutto il mondo è stato chiamato a fare.

Perché non corriamo il rischio che il distanziamento sociale a cui siamo chiamati in maniera responsabile a vivere in questi giorni non resti solo una misura in tempi di pandemia, ma il manifestarsi di un problema che ci portiamo dietro da molto prima e che potrebbe colpirci per molto tempo.

Questo virus, a chi si è ammalato in modo lieve, ha tolto gli odori e il gusto. Bisogna fare attenzione, come abbiamo ascoltato da una testimonianza di un sacerdote missionario, che se anche con molta pazienza tornassero le funzioni delle papille gustative e delle membrane olfattive, non si resti comunque “immuni” agli odori degli altri, alle loro necessità, desideri, bisogni. Perché non sviluppiamo gli anticorpi al gusto dello stare assieme, di costruire un mondo migliore.

Come comunità non possiamo che tornare alle origini, a quel sogno di 4 famiglie di mettersi insieme… che non è un miraggio. Il miraggio è quella cosa che vedi ma che in realtà non esiste; è un inganno, una mera illusione. Bisogna invece “reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole”. Bisogna “sognare insieme”. (da Fratelli tutti).

Per realizzare e costruire assieme questo sogno, come comunità abbiamo meditato il vangelo della IV domenica di Avvento. Abbiamo fatto nostra l’unica domanda che Maria fa all’Angelo Gabriele, il quale le annunciava un progetto che in un primo momento l’aveva molto turbata. Lei si è limitata a chiedere: Come avverrà questo? (Lc 1,35).

Davanti al presepe, quest’anno, ci lasciamo guidare da due fonti luminose.

La Stella Cometa che non smette mai di ricordarci di Sognare! Progetti grandi, belli, così ambiziosi da sembrare irraggiungibili. Perché non è tanto la meta, quanto il mettersi in viaggio, insieme.

Maria che da brava mamma e sapiente donna ci ricorda di chiederci sempre Come avverrà questo. Quali i passi possibili? Quale cammino concreto? Cosa possiamo fare a partire da oggi?

Sognare e progettare, l’augurio che ci facciamo e che mandiamo a voi tutti.

Le famiglie di Bethesda