Newsletter n. 2/2020

Il mio giogo infatti è dolce

 e il mio peso leggero

Carissimi amici,

ora che possiamo uscire, incontrare le persone, ripercorrere le vie delle città, entrare nei negozi, frequentare i parchi, ci viene da riguardare il periodo passato, stimolati anche da chi ci chiede com’è andata in questo periodo e come abbiamo vissuto.

Per questo abbiamo deciso di scrivervi: perché le emozioni, i sentimenti, le curiosità e le scoperte che hanno abitato dentro di noi, grandi e piccoli, non vadano perdute.

Come tutti siamo rimasti spiazzati dall’improvviso e drastico cambio di vita che l’emergenza sanitaria ci ha imposto. All’inizio tutto era molto confuso, tutto così incerto, non c’erano regole chiare, tempi, date, nessuno aveva risposte ma solo domande, dubbi e paure. Chi è rimasto a casa da lavoro in smartworking, oltre ai bambini privati della scuola, ascoltando le notizie, le uniche cose certe erano i numeri dei contagiati e defunti nelle zone più colpite purtroppo.

Anche noi come comunità ci siamo interrogati su che misure adottare, che atteggiamenti assumere. In seguito, con le dovute misure di sicurezza abbiamo vissuto come una grande famiglia. Ancora di più ci siamo sentiti chiamati a darci una mano tra di noi, le difficoltà di questo periodo ci hanno uniti e ci hanno fatto sentire meno la fatica nella solitudine che poteva attanagliarci stando distanti gli uni dagli altri.

I grandi spazi che caratterizzano la casa comunitaria, soprattutto il giardino, hanno permesso di godere del bel clima soleggiato che i mesi primaverili ci hanno regalato.

Un piccolo frutto di questi mesi è stato il privilegio di poter vivere delle semplici ma intense celebrazioni che noi genitori abbiamo curato e ideato per i nostri figli.

Su suggerimento di un caro amico prete abbiamo pensato delle attività per spiegare la Parola della domenica ai bambini per poi viverla insieme, riscoprendo la ricchezza della Chiesa domestica e la potenza del ruolo dei genitori nell’Annuncio.

Tutto ha avuto inizio con il Triduo pasquale, attraverso gesti e riti abbiamo ripercorso le tappe fondamentali della nostra fede: la morte e la risurrezione, tutto ha assunto un significato.

Crediamo che ai bambini sia rimasto molto perché tutto parlava a loro, non vi era nulla di scontato ma tutto accuratamente pensato. Questo ci ha impegnato e ci ha saggiamente forzati a stare sulla Parola e in ascolto, cosa che difficilmente nella routine quotidiana si riesce a fare. In accordo con il nostro parroco abbiamo deciso di fare un percorso strutturato che seguiva il testo del Vangelo con attività specifiche per i bambini; il testo veniva poi divulgato attraverso il nostro sito.

Un aspetto che da sempre caratterizza il nostro stare insieme è l’accoglienza dei gruppi che vengono a trovarci nei week end, per uno scambio di esperienze reciproco.

Non potendo ospitare le persone fisicamente nei nostri locali in alcuni casi ci è venuta un aiuto la tecnologia. Non avremmo mai pensato di poter condividere i vissuti, le nostre scelte di vita attraverso uno schermo e soprattutto riscontrare che i benefici e il bisogno di aprirsi era molto sentito proprio per il periodo di restrizioni e solitudine.

La preghiera è stata un’altra dimensione che ci ha sostenuti, il pregare per le persone che stavano male, per le sofferenze che tanti stavano e stanno tuttora vivendo ci ha fatti sentire umilmente parte dell’umanità che gridava aiuto.

Riconosciamo come la fraternità e la vicinanza tra di noi ci abbia “salvati”, il peso è stato portato tutti insieme e questo ha confermato la bontà della scelta di vita che abbiamo fatto.

Uno dei nostri bambini, commentando la frase del Vangelo: Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero», ha sottolineato che il giogo può essere leggero se impariamo a portarlo assieme a qualcun altro. Il giogo distribuisce il peso e rende più facile il suo trasporto. La croce è più leggera se condivisa.

Ora è tempo di estate, ci prenderemo tutti del tempo per riposare e ricaricare le batterie in vista dell’incerta ripartenza di settembre. Il cancello della comunità è stato riaperto e, con le dovute attenzioni che ancora il periodo impone, vi invitiamo a passare per un momento di fraternità, una chiacchiera, un caffè… il nostro vaccino contro la pandemia della solitudine.

Un abbraccio,

le famiglie di Bethesda